Digitale, le nostre abitudini col Coronavirus


Il digitale e la tecnologia sono stati indubbiamente tra i protagonisti incontrastati di questi mesi.

In una fase molto complessa e senza precedenti, in cui abbiamo dovuto cambiare radicalmente le nostre abitudini, app, device e piattaforme ci hanno permesso di continuare a comunicare, interagire, lavorare, studiare, svagarci e, più in generale, vivere la nostra quotidianità in tutti i suoi momenti. E continueranno in più casi evidentemente a farlo.

Qui abbiamo provato a raccogliere alcune curiosità sulle principali tendenze digitali emerse nei primi mesi dell’anno.

Se diamo un occhio alle ricerche online condotte dagli italiani durante il lockdown, tra gli argomenti più digitati hanno spopolato la cucina – vero e proprio passatempo per molti –, gli allenamenti da casa per restare in forma, e magari smaltire l’esito delle ricette trovate su Google, e la ricerca di contenuti di intrattenimento come consigli su film e serie tv da guardare, musica da ascoltare o libri da leggere.

Ma c’è anche chi, tra manicaretti, flessioni e qualche serie in streaming, non ha voluto rinunciare all’arte e si è dedicato alle visite nei musei virtuali.

Non parliamo poi, tra le tendenze emerse nel periodo, della didattica a distanza e delle videolezioni per gli studenti, e dello smart working, entrambe destinate a proseguire anche prossimamente.

A ogni generazione, però, il suo costume. Se infatti scorriamo i dati di un’analisi della società di ricerche GfK scopriamo che tra febbraio e aprile i Baby Boomers – cioè i nati tra il 1946 e il 1964 – hanno incrementato più degli altri l’utilizzo di strumenti digitali legati a comunicazione, social media e streaming, probabilmente perché prima ne facevano meno uso e hanno dovuto adottarli per restare in contatto con parenti, amici o per fare smartworking.

Dal canto loro i Millennials hanno incrementato il tempo online per la cucina, scelta diversa da quella della Generazione Z – i nati dal 1995 a oggi – che alla preparazione di manicaretti ha preferito decisamente il fitness.

Durante la pandemia è anche cresciuto l’utilizzo dell’ecommerce. Come evidenziato da un’analisi di Netcomm – il Consorzio del Commercio Digitale Italiano -, dall’inizio di quest’anno sono 2 milioni i nuovi consumatori online in Italia, e di questi 1,3 milioni sono arrivati proprio con la crisi sanitaria. Numeri che portano a 29 milioni coloro che fanno acquisti online secondo questa modalità nel nostro Paese.

Durante il lockdown, in particolare, sono cresciute le vendite di prodotti per animali (+154%), cibi freschi e confezionati (+130%), e prodotti per la cura della casa (+126%) e della persona (+93%).

Ma parlare di ecommerce e spesa online significa parlare anche di pagamenti digitali. Un trend a cui anche i nostri aderenti – in un precedente sondaggio di CometaNews – si erano dimostrati propensi, e già molto forte in Italia prima della pandemia: secondo i dati dell’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, infatti, nel 2019 i pagamenti digitali con carta sono arrivati in Italia a 270 miliardi di euro, con una crescita annua dell’11%. E a prendere sempre più piede, con numeri importanti, sono anche i pagamenti via smartphone, smartwatch e wearable.

Anche noi di Cometa siamo stati della partita e, di fronte alla situazione determinata dal Covid-19, abbiamo continuato a mantenere l’operatività del Fondo attraverso lo smartworking e le funzionalità online. Per noi il digitale è uno strumento molto importante e stiamo puntando sempre di più sulle nuove tecnologie per comunicare al meglio con i nostri iscritti e offrire standard di servizio sempre più efficienti.

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