APE e RITA: un ponte verso la pensione


Come anticipato, in questo numero parliamo di APE e RITA. Prima di iniziare, però, ti informiamo che la Legge di Stabilità 2018 potrebbe prevedere cambiamenti che riguardano proprio queste tematiche. Pertanto, ti invitiamo a controllare la sezione “Ultime notizie” del sito (clicca qui), per leggere le ultime novità in materia.
Vediamo, ora, nel dettaglio queste misure e perché potrebbero interessarti da vicino.



L’innalzamento dell’età pensionabile ha portato all’introduzione di uno strumento sperimentale per offrire maggior flessibilità in uscita ai lavoratori prossimi al pensionamento, l’APE, che prevede il riconoscimento di un reddito mensile per raggiungere l’età della pensione.

APE – Anticipo pensionistico        

L’APE, in vigore sperimentalmente dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2018, prevede l’erogazione di un’indennità a soggetti vicini all’età pensionabile in possesso di determinati requisiti.

Possono usufruirne i dipendenti pubblici e privati e i lavoratori autonomi:

  •  con 63 anni di età
  •  a non meno di 6 mesi o non più di 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia
  •  con un numero di anni di contributi determinato.

Tre sono le forme di anticipo pensionistico vigenti.

 

 

 

 
APE sociale
APE volontario
APE aziendale
DESTINATARI Chi è in particolari condizioni di bisogno (es. disoccupazione con 30 anni di contributi). Chi vuole, per sua scelta, smettere di lavorare prima dei tempi previsti dalla legge. Chi rientra in un piano di ristrutturazione aziendale per cui lascia il lavoro prima.
MODALITÀ DI EROGAZIONE E RESTITUZIONE Tra l’uscita dal mondo del lavoro e la maturazione del diritto pensionistico, si percepirà un assegno mensile calcolato ed erogato dall’INPS (diverso dalla pensione). L’indennità mensile verrà riconosciuta attraverso un prestito bancario e verrà ricompensata con trattenute dall’assegno pensionistico per i successivi 20 anni. Funziona come l’APE volontario, ma, in questo caso, l’azienda continuerà a versare i contributi all’INPS, facendo così aumentare l’importo del futuro assegno pensionistico.
POSSIBILITÀ DI RICHIEDERE LA RITA

NO

SI

SI

 

Questa misura diventa ancora più interessante se si è iscritti a un fondo pensione, come Cometa, perché offre l’opportunità di richiedere la cosiddetta RITA.

Ma che cosa è la RITA?

La RITA, o Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, è un reddito ponte per gli iscritti a un fondo pensionistico integrativo in prossimità della pensione che richiedono, rispettandone i requisiti, l’APE volontario o aziendale.

Con questa misura sperimentale, potrai, in qualità di iscritto a Cometa, utilizzare la totalità o una parte del capitale accumulato per ottenere una rendita mensile negli anni che mancano alla pensione di vecchiaia. In questo modo, il prestito che dovrai richiedere alla banca – per l’erogazione dell’APE – sarà inferiore o nullo e, una volta in pensione, anche le trattenute, per la restituzione del prestito, saranno inferiori o nulle.

Inoltre, la RITA usufruisce di un’agevolazione fiscale, con una tassazione con imposta sostitutiva per un massimo del 15%, a fronte del 23% previsto in maniera ordinaria (0,3% in meno per ogni anno di contribuzione successivo al 15°), e un minimo del 9%.

 

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